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Protetta dai Monti Erei, nel punto più indomito della Sicilia, a 998 Km di altitudine, sorge quella che i Romani chiamarono “città inespugnabile”, ovvero Enna, il più alto capoluogo di provincia d’Italia.
Costantemente avvolta, a causa della sua posizione geografica, da una coltre di nebbia che fa assomigliare ogni visuale della città a un’opera d’arte realizzata con fine maestria, Enna sembra quasi non appartenere alla Sicilia, con le sue temperature rigide e i suoi lunghi inverni, eppure ne rappresenta una delle espressioni più autentiche, perché qui i venti della globalizzazione, che spesso strappano le tradizioni e trascinano il passato, sono stati bloccati dalle montagne: ogni orma dei secoli andati, soprattutto nel centro storico, è rimasta immutata e aspetta solo di essere ammirata per ricordare agli uomini la grandezza che può raggiungere la loro opera quando è pensata per edificare e non per distruggere.
A Enna i confini temporali si sfaldano e ancora, in giro per i vicoli, le scalinate e le piazzette nascoste, si percepisce la presenza delle figure che popolano il vasto ciclo mitologico della città, comprendente per esempio il celebre ratto di Proserpina, ambientato proprio qui. Secondo la tradizione, infatti, la giovane Proserpina fu rapita da Plutone (scopri di più) sulle sponde del vicino lago di Pergusa, immerso in una riserva naturale nella quale mito e modernità si intrecciano indissolubilmente: alle aree verdi in cui si affollano caratteristiche specie vegetali e animali si affianca il monumentale autodromo, lungo il quale hanno sfrecciato campioni del calibro di Michael Schumacher.
Nei punti panoramici, quelli in cui le abitazioni si diradano oppure si distanziano permettendo di scorgere il paesaggio circostante, da Enna si riesce a vedere anche l’Etna: i due giganti, pertanto, si fissano silenziosamente, come due fratelli condannati a guardarsi da lontano senza mai potersi abbracciare, separati da una vasta distesa di colline e di montagne, un vivo esempio della struggente bellezza tipica della Sicilia, dove anche la meraviglia è talmente abbagliante che rischia di ferire.
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Chi c’è i taliari
Enna è suddivisa in due macroaree: Enna-alta, ovvero la parte più antica nella quale si trova il maggior numero di monumenti e di siti storici, ed Enna-bassa, l’area più moderna nonché polo industriale e commerciale, sede dell’Università.
Il vero tesoro della città, custodito dallo scrigno di pietra dei monti, è Enna-alta, il tetto urbano della Sicilia: da questo punto si domina il territorio circostante, con una visuale che permette di vedere anche l’Etna. Per la posizione strategica, i Greci la scelsero come base per presidiare i dintorni e come luogo per erigere il Santuario di Demetra, un tempo sito sulla suggestiva Rocca di Cerere.
A pochi passi da questo punto panoramico si trova il simbolo di Enna, il Castello di Lombardia, una delle fortezze medievali più grandi d’Italia e una delle località più visitate della Sicilia centrale, al cui interno si innalza la particolarissima Torre Pisana.
Un altro importante emblema architettonico di Enna è l’ottagonale Torre di Federico II, che ricoprì un rilevante ruolo militare nel periodo medievale, ma degni di nota sono anche il Duomo, dedicato a Maria Santissima della Visitazione, e la Chiesa di San Cataldo.
Nel centro storico si trovano anche i due musei più grande della città: il Museo Archeologico Regionale e il moderno Museo Multimediale Musical Art 3M.
Non troppo distante da Enna è visitabile il Villaggio Bizantino (scopri di più), un insediamento rupestre costituito da una serie di ambienti scavati nella roccia, tra cui si distinguono alcune chiese e abitazioni.
Il 2 luglio la città in cima ai monti si ravviva in occasione della processione dedicata a Maria Santissima della Visitazione, un evento che affonda le radici nell’antico culto della dea Cerere e nel quale gli “Ignudi”, fedeli vestiti di bianco, trasportano il simulacro della Vergine su una “Nave d’oro”.
Chi si mangia?
I piatti della cucina ennese dimostrano che per ottenere sapori travolgenti non occorrono ingredienti raffinati o introvabili, perché sono sufficienti i prodotti genuini offerti generosamente dalla terra: è così che nascono specialità come il maccu di fave, la salsiccia magna aromatizzata al finocchio, i maccheroni in agrodolce e la “pasta ricasciata”, preparata servendosi di ragù, salame, formaggio e piselli.
Gustosi sono anche i formaggi di produzione autoctona, tra i quali spicca il piacentino ennese, arricchito aggiungendo lo zafferano.
Tra i dolci, tipicamente ennesi sono i ditini, biscotti aromatizzati alla cannella, mentre tra i tanti vini locali vince la competizione il Tudia.
Unni imu?
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