La prima portata del menu tipico di Gangi è la pasta ccu maccu, a base di fave verdi, seguita immancabilmente dal castrato al forno, ovvero carne d’agnello insaporita mediante l’aggiunta di vino rosso e rosmarino; per concludere in bellezza – o sarebbe meglio dire “in dolcezza” – gli inconfondibili mastacuttè, biscotti al succo di fichidindia. Per deliziare il palato non occorre chiedere altro, solo gli ingredienti semplici e genuini di una cucina fedele alla tradizione, fatta di piatti che sembrano usciti da un ricettario medievale.

In effetti, Gangi – inserito nel circuito dei borghi più belli d’Italia nel 2014 – ha conservato il suo aspetto medievale e dalle sue alture permette di ammirare un insolito paesaggio, illudendo gli osservatori di essere tornati indietro nel tempo, magari nei primi anni del 1300, quando il paese arroccato sul monte Barone venne ricostruito dopo la devastazione subita dalla recente guerra del Vespro.

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