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C’era una volta, sul finire del diciassettesimo secolo, un principe illuminato dalle idee visionarie, il quale in seguito a un devastante sisma che rase al suolo l’antico borgo di Occhiolà (scopri di più), disegnò e fondò una nuova città in un podere vicino, conferendovi una pianta esagonale. Il suo nome era Carlo Maria Carafa e il suo ambizioso progetto esiste ancora, è il comune di Grammichele.
Famosa per la sua conformazione improntata al rigore geometrico e per l’ampia piazza dedicata al suo fondatore, al cui centro è stata posta un’inconfondibile meridiana, Grammichele è una cittadina di circa dodicimila abitanti e rappresenta un peculiare esempio di architettura tardo barocca.
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Chi c’è i taliari
Tra le chiese più particolari si ricordano la Chiesa Madre consacrata a San Michele Arcangelo, patrono della città insieme a santa Caterina d’Alessandria, la chiesa dello Spirito Santo, la parrocchia del Calvario e il santuario della Madonna del Piano, a pochi chilometri dai confini del paese.
Poco distante dalla cittadina, inoltre, è possibile visitare il sito archeologico di Occhiolà, progenitore di Grammichele: si tratta di un borgo medievale i cui reperti rinvenuti in seguito agli scavi che li hanno dissotterrati dalle macerie lasciate dal terremoto del 1693 sono esposti al museo civico, allestito all’interno del palazzo comunale, situato in Piazza Carlo Maria Carafa.
Chi festi ci su?
Grammichele è rinomata anche per la salsiccia, specialità a cui annualmente viene dedicata una sagra, organizzata nei giorni dei festeggiamenti in onore della Madonna del Piano, tra il 6 e l’8 settembre.
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