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Quando ci si stende al sole sulle loro coste rocciose, confortati dal fruscio delle fronde mediterranee e protetti dall’ombra dei vulcani che le sorvegliano, tra il profumo dei capperi e l’odore della salsedine, ci si aspetta quasi di veder emergere qualche creatura mitologica dal loro mare dalla limpidezza caraibica e per qualche istante ci si dimentica del mondo da cui si proviene, delle colonne di automobili che affollano le città, delle colate di cemento che squarciano le campagne e della modernità, con i suoi fuorvianti bagliori e i suoi liquidi tossici che avvelenano la terra: per un po’ non esiste più nulla se non la confortante voce delle onde e il respiro di una natura incontaminata che è in grado di rasserenare anche le anime più dannate.
È questa la magia delle isole Eolie, questi paradisi sfuggiti alla prigione delle acque del Mar Tirreno e affiorati davanti alle terre della provincia di Messina, in un punto in cui da sempre è impossibile distinguere dove termina la realtà e principia a muoversi la leggenda.
Inserite dall’Unesco nella World Heritage List nella sezione dedicata al patrimonio naturalistico, le sette isole dell’arcipelago che ha ammaliato generazioni di viaggiatori e di artisti sono l’ultima testimonianza viva della Sicilia che fu. Nelle selvagge Alicudi e Filicudi, nella piccola Panarea, nelle frementi Stromboli e Vulcano, nella boscosa Salina e nella maestosa Lipari, infatti, i semi della globalizzazione non hanno attecchito, perciò le tradizioni e gli strascichi del passato non hanno mai smesso di produrre ricchezza, manifestandosi negli antichi metodi della pesca, nei segreti delle ricette del luogo, nelle pazienti coltivazioni ai piedi dei vulcani e nel sorriso della gente, che qui più che altrove ha sempre una parola gentile per il viandante che è stanco di rincorrere impegni e orari e accorre alla ricerca di rifugio tra le loro indimenticabili spiagge.
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Alicudi
I lampioni sempre accesi che illuminano le città a giorno ci hanno derubato dell’incomparabile bellezza del cielo notturno ed è forse anche per questo che oggi l’umanità soffre di una solitudine più amara rispetto ai secoli precedenti. Fortunatamente, tuttavia, esistono ancora luoghi inviolati e selvaggi, piccoli angoli di mondo che la modernità ha tentato strenuamente di invadere e di razziare, senza però ottenere risultati soddisfacenti. Uno di questi posti è la primitiva Alicudi, l’isola delle Eolie che per la sua particolare morfologia rende impossibile l’edificazione di ulteriori caseggiati o strade: bastano già le poche abitazioni dei residenti, i due negozietti di alimentari, l’ufficio postale, l’edicola e l’unico albergo, che fa anche da bar e da ristorante.
Ad Alicudi non si cammina in auto; al massimo si va in bici oppure in motorino, ma chi visita l’isola preferisce muoversi a piedi, poiché è l’unico modo per godere pienamente dell’unicità dei suoi paesaggi stupefacenti.
Il percorso più suggestivo e lungo è quello che conduce al Monte Filo d’Arpa, che raggiunge i 675 m di altitudine e offre, lungo l’itinerario e soprattutto in cima, scenari spettacolari, in cui i colori dell’isola si rivelano in tutta la loro sgargiante vitalità.
Oltre che sul turismo, l’economia di Alicudi si regge sulle coltivazioni di olive, capperi e uva, da cui si producono pregiati vini.
La principale manifestazione folkloristico-religiosa dell’isola si tiene ad agosto ed è la Festa di San Bartolo, durante la quale i fedeli accompagnano in processione la pesante statua in legno d’ulivo del santo, intonando tradizionali canti devozionali.
Il giorno di Ferragosto viene invece organizzato un caratteristico mercatino in cui vengono esposti i prodotti tipici, che vanno dalle specialità culinarie a base di pesce fino alle creazioni degli artigiani, come i cesti di ligustro.
Filicudi
Filicudi, l’isola ricca di felci che, insieme alla vicina Alicudi, rappresenta l’espressione più selvaggia e incontaminata delle isole Eolie, vanta una bellezza “longitudinale”, che dai profondi fondali dalle mille sfumature nuota fino a raggiungere le inconfondibili spiagge dai bizzarri scogli, per poi inerpicarsi lungo i preistorici sentieri costellati di ruderi e risalire verso le cime dei monti.
Filicudi non è molto grande e non è nemmeno frequentata come le sue vicine, ma trabocca di meraviglie di fronte alla quali fermarsi e perdere la concezione del tempo. In modo particolare, gli scogli dell’Elefante e della Fortuna, il faraglione della Canna e il piccolo isolotto di Montenassari sono i punti più spettacolari dell’isola, che rivela il meglio di sé durante un giro in barca, quando si lascia ammirare nelle sue più sinuose forme, che altrimenti sfuggono, se viste da vicino.
I residenti dell’isola sono circa 250 e sono distribuiti tra i tre piccoli borghi di Filicudi Porto, Valdichiesa e Pecorini Mare, uniti tra loro da un’unica strada asfaltata.
Le spiagge di Filicudi sono rocciose, con piccoli ciottoli intervallati da formazioni laviche. Tra le più belle merita una menzione speciale la Spiaggia di Capo Graziano, ma apprezzate sono anche le spiagge di Porto e di Pecorini.
Nell’entroterra, invece, percorrendo un bel sentiero immerso nella natura, punti caratteristici da non perdere sono il promontorio di Capo Graziano e il Belvedere di Stimpagnato, dal quale si ha il privilegio di ammirare un tramonto spettacolare, che ogni giorno stupisce sfoggiando colori differenti.
Lipari
È la più grande delle Isole Eolie e, come le sue sorelle minori, possiede una bellezza dalle tonalità decise, che vanno dal turchese delle acque cristalline che la cingono al verde della macchia mediterranea che chiazza il suo territorio, per giungere infine al grigio scuro della sua pietra lavica. Una grazia che “intender non può chi non la prova”.
Le ragioni per cui sostare a Lipari sono davvero tante e non si limitano all’eccezionalità delle sue spiagge, anche se indubbiamente sono loro a prevalere sul resto: da visitare c’è, per esempio, il sontuoso castello, che si erge su un promontorio a strapiombo sul mare e che ospita tra le sue antiche mura la Cattedrale di San Bartolomeo e il Museo Archeologico Eoliano; suggestivo è anche il centro storico della cittadina, provvisto di colorate e strette vie piene di negozi, ristoranti e gelaterie; panoramico e adatto per chi è alla ricerca di ispirazione è poi il Belvedere Quattrocchi; indimenticabile è il porticciolo di Marina Corta, teatro di un variopinto spettacolo pirotecnico che si riflette sul mare la sera del 24 Agosto, ultimo giorno dedicato alla festa in onore di San Bartolomeo. C’è, infine, il “pane cunzato”, ovvero il pane condito, un piatto semplice della tradizione dell’isola, capace di deliziare i palati tramite ingredienti semplici come i pomodorini, l’origano, i capperi eoliani e altri prodotti locali come il tonno o la ricotta.
Ma adesso dedichiamoci al richiamo per eccellenza di Lipari: il mare. Protetta dalle montagne e raggiungibile esclusivamente in barca, ineguagliabile è la spiaggia del Gabbiano, ideale per i praticanti di snorkeling, mentre dotata di un’anima rossiccia, a causa dei monti che la circondano, è la Spiaggia di Praia Vinci, perfetta per chi preferisce i litorali rocciosi.
Altro tratto spettacolare è la spiaggia di Pietra Liscia, a cui si giunge percorrendo un sentiero che attraversa un canyon.
Panerea
È la più piccola tra le isole Eolie, ma è anche quella dal turismo più esclusivo, quella che le celebrità scelgono come meta delle loro costose vacanze. A distinguerla dalle sue sorelle tirreniche saranno forse le dimensioni ridotte, le emblematiche casette bianche che ricordano le atmosfere degli arcipelaghi greci, l’origine preistorica o le spiagge sulle quali gli artisti trovano l’ispirazione per creare meraviglie. Oppure a rendere così speciale Panarea è semplicemente l’aria che qui si respira, un’aria che non si trova da nessun’altra parte, neanche se si percorre in lungo e in largo il pianeta, un’aria che profuma di mare e che fa sentire a casa, che rapisce e della quale si ha malinconia non appena ci si allontana dalle sue coste.
Lo sa bene, tra i tanti, il fotografo scozzese Adam Butler, star di Instagram i cui scatti sono stati utilizzati anche nelle campagne promozionali dei profumi firmati Dolce e Gabbana, il quale ha deciso di dividere la sua vita tra Londra, dove lavora, e Panarea, in cui ha trovato la “vera bellezza”, quella fatta di “ luoghi incontaminati, senza pali e fili della luce, senza brutte costruzioni di cemento né catapecchie, senza luci che inquinano le notti, senza traffico né il chiasso continuo delle strade”.
Cala degli Zimmari, incastonata da due torrioni di origine lavica, e Spiaggia della Calcarea, con le sue fumarole, sono certamente le spiagge più rinomate di Panarea. Entrambe sono raggiungibili percorrendo un sorprendente percorso naturalistico che si innerva lungo le vie rocciose dell’isola.
La minore delle isole Eolie offre una movimentata vita notturna, con feste in barca, ristoranti sul mare e cocktail bar, ma se prima del tramonto volete dedicarvi a un’escursione tra le vestigia della storia non potete non rimanere a bocca aperta visitando Punta Milazzese, sede di un villaggio preistorico risalente all’età del bronzo.
Salina
Tra le isole Eolie, è certamente la più riconoscibile: oltre che a essere la più grande dopo la popolosa Lipari, che di solito funge da quartier generale per ogni vacanza nell’arcipelago, Salina è anche la più verde, quella dotata di una vegetazione più rigogliosa, che spicca sulla natura vulcanica, e quindi scura, delle sue vicine compagne.
Amministrativamente autonoma, Salina ospita nel suo territorio tre comuni collegati tra loro da fitte strade che si attorcigliano lungo i pendii dei monti e delle colline: il più esteso nonché quello più densamente popolato è il centro di Malfa, cuore agricolo dell’isola e principale polo turistico, soprattutto per la spiaggia di Punta Scario, per il piccolo porticciolo dei pescatori di “Scalo Galera” e per la baia di Pollara, dove sono state girate alcune scene del film “Il Postino”, di Massimo Troisi.
Immerso tra i vigneti della famosa Uva Malvasia è, invece, il paesino di Santa Marina, le cui spiagge sono molto apprezzate dai turisti, soprattutto per i suggestivi tesori che custodiscono, come le “Grotte Saracene“, che servivano da rifugio per la popolazione locale durante le sanguinarie incursioni con le quali i Turchi Saraceni flagellavano l’isola nei secoli precedenti.
Leni è il più piccolo dei tre comuni di Salina, è quello che si trova più vicino al Monte Fossa delle Felci, il più alto dell’isola, nel cui cono si estende un ampio bosco, meta ideale per gli amanti del trekking o dei sentieri che si inerpicano nel verde della natura, dove camminare sentendo l’inebriante odore della terra umida e udendo il coro a più voci degli animali che vivono tra gli alberi.
Sul Monte Porri, regno del Falco della Regina, si erge il maestoso Santuario della Madonna del Terzito, eretto nel luogo in cui la Madonna sarebbe apparsa per tre volte.
Stromboli
La chiamano la “Perla Nera delle Eolie” per via del vulcano che periodicamente, a intervalli davvero esigui, la illumina di tinte incandescenti: si tratta di Stromboli, l’isola di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, l’isola della “Sciara del Fuoco”, l’inarrestabile e poetico flusso di zampilli di lava che dopo un’eruzione si dirige verso la costa, per poi tuffarsi nel mare e confondersi nei profondi fondali dall’inarrivabile bellezza.
Stromboli è la più tranquilla tra le isole dell’arcipelago di cui fa parte. Qui si viene per perdersi nell’austero silenzio della natura, per leggere cullati dal confortante sciabordio delle onde, per sentirsi piccoli di fronte alla straripante sontuosità del vulcano, per meditare percorrendo le stradine di Strombolicchio e di Ginostra, paradisi urbani che sembrano essere usciti da una cartolina e nei quali il tempo pare essersi fermato al secolo scorso.
A Stromboli l’aria porta con sé versi di antica memoria e sussurra indicibili segreti che solo l’anima può decriptare. Forse è proprio questa la ragione per cui l’isola attrae artisti di ogni genere, dagli intellettuali ai romanzieri, dai fotografi agli scultori: la sua quiete è conciliatoria e attutisce l’eco del frastuono proveniente dal mondo che rumoreggia al di là delle placide acque circostanti, il regno delle fabbriche fumanti e delle autostrade infinite che feriscono i monti.
Qui si viene per non guardare l’orologio, perché quando ti incammini lungo il percorso di circa quattro ore che ti accompagna sulla vetta del vulcano oppure quando sali in barca dopo il tramonto e osservi i punti luminosi delle stelle che bruciano nell’acqua del mare, dimentichi chi sei e da dove vieni: in quei momenti esiste solo la magia dell’attimo corrente.
Vulcano
La più vicina alla Sicilia tra le isole dell’arcipelago delle Eolie, Vulcano rivela sé stessa già dal suo nome, anche se non si può indovinare con altrettanta facilità la straordinarietà della sua bellezza, che sempre esercita sui visitatori un fascino che il tempo non è in grado di mitigare.
Il ricordo che probabilmente permarrà più a lungo nell’anima (e sugli indumenti, è il caso di dirlo!) è l’intenso odore dello zolfo che viene sprigionato durante l’attività dei vulcani che la presidiano come guardiani dal volto corrucciato. Non a caso qui le spiagge sono tutte caratterizzate da una peculiare colorazione scura, tipica della pietra lavica, e non è certo una fatalità che l’isola sia stata indicata dalla mitologia greca come la dimora di Efesto, divinità del fuoco, che nelle viscere dei coni vulcanici aveva impiantato le sue fucine.
Il più grande nonché il più attivo dei vulcani è il Gran Cratere o Fossa di Vulcano, che periodicamente dà prova di sé con spettacolari eruzioni. Il monte Aria e il monte Saraceno sono spenti da tempo, mentre Vulcanello è il più riconoscibile tra i suoi compagni di millenaria formazione: nei secoli, gli agenti atmosferici hanno scolpito a tal punto i suoi pendii da creare forme raccapriccianti, originando quella che viene definita la “Valle dei Mostri”.
Chi fa tappa a Vulcano non può rinunciare a un bagno termale nei fanghi, che insieme alle acque di origine sulfurea possiedono rinomate proprietà terapeutiche. E quando il trattamento è finito, ci si può dirigere verso la vicina Spiaggia delle Fumarole, da cui è possibile ammirare i getti d’acqua calda provenienti dal cono di Vulcanello.
Unni imu?
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Hotel Villa Diana
Via Edwin Hunziker, 1 – Lipari
Dal suo giardino e dalle sue ampie terrazze si gode una vista di singolare bellezza sul mare, sulla cittadina di Lipari e la sua acropoli…