Strano come il tempo muti radicalmente le sorti di un territorio: con una velocità inaspettata e spietata, i grandi imperi crollano in modo inarrestabile e della gloria che li rendeva temibili non rimane che polvere, rovine decadenti e silenziose.

In Sicilia, dimenticati tra gli agrumeti e le strade sterrate, ci sono centinaia di luoghi del genere, posti che si godono stancamente la vecchiaia, memori dell’insigne passato che l’imperscrutabile avanzamento della Storia ha reso solo un’eco distante. Tra questi sovrani deposti, c’è Licodia Eubea, un paese che, a causa del gran numero di famiglie nobili che vi risiedevano e della sua potenza economica, qualche secolo fa era soprannominato “la piccola Palermo”.

Oggi di tanta magnificenza rimane un tranquillo centro abitato di circa tremila abitanti, noto soprattutto per l’uva da tavola e per la patacò, un piatto il cui ingrediente principale è la farina di cicerchia. Nonostante il ruolo meno influente sul territorio circostante e il decadimento della sua antica fama, Licodia Eubea ha conservato il suo fascino, mantenendo vive le sue secolari tradizioni e custodendo le vestigia dell’illustre passato rimasto impresso sui libri di storia, come la Chiesa di Santa Margherita, il complesso rupestre “Grotta dei Santi” (scopri di più) e il castello Santapau.

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