Dove dormire
Dove mangiare
Dove acquistare
Ha il nome scientifico di “teatro catottrico” ed è un fenomeno che da tempo non stupisce più la comunità degli studiosi, eppure chi ne è testimone perde lucidità di fronte a tanta abbagliante bellezza e, incapace di intendere cosa sia vero da cosa sia illusorio, si fida dell’incanto e rimane a fissarlo, stregato, completamento avvinto: se arrivate dal mare percorrendo lo stretto, Messina potrebbe darvi il benvenuto prendendosi gioco di voi, mostrandosi più vicina di quanto sia, materializzandosi nelle profonde acque che la bagnano e sparendo poi quando siete convinti di essere giunti sulle sue coste.
Secondo la leggenda, questo bizzarro avvenimento sarebbe opera della temibile fata Morgana (scopri di più), la quale tramite un maleficio si divertirebbe a confondere i visitatori, così come fece con un re calabro che, avvistata da lontano la Sicilia, fu ammaliato dalla magnificenza dell’isola e si organizzò per raggiungerla, senonché, giunto sulla spiaggia, guardò l’orizzonte, rimase vittima dell’illusione e morì annegato, poiché si gettò dal cavallo credendo che a separarlo dalla terra amata fossero soltanto pochi passi.
Messina è una città profondamente marittima, una città di pescatori che nei secoli hanno ingrandito il loro agglomerato di case e botteghe, costruendo quello che oggi è uno dei centri più grandi e popolosi dell’isola.
Non esiste un luogo che può anche minimamente aspirare ad assomigliare a Messina, il cui cielo ogni giorno alle dodici è percosso dall’Avemaria di Schubert, una melodia proveniente dalla torre campanaria del Duomo, al cui interno è impiantato l’orologio astronomico più grande e complesso del mondo, con ingegnosi meccanismi che mettono in azione statuine di personaggi biblici, figure mitologiche e soprattutto il possente leone che, allo scattare del mezzogiorno, quotidianamente ruggisce sovrastando la città un tempo oppressa dal dominio angioino e poi liberata in seguito alle epiche giornate dei Vespri Siciliani.
Scopri tutti gli eventi di Messina
Abbiamo sempre bisogno dello sguardo dei locals. Vedi qualcosa che andrebbe corretto o vuoi suggerire delle modifiche?
Contattaci, il tuo contributo è importantissimo!
Chi c’è i taliari
L’aspetto di Messina, cancello della Sicilia conteso sin dall’antichità, non è più lo stesso dal 1908, quando un terribile sisma devastò la città, trasformandola in un tappeto di macerie fumanti. Il moderno assetto urbanistico è quindi frutto della ricostruzione e dei rimaneggiamenti operati in seguito al terremoto, il cui ricordo è rimasto amaramente impresso nella memoria collettiva.
Uno dei pochi edifici che sfuggirono alla distruzione è la Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani, che infatti si trova otto centimetri più in basso rispetto al resto della città, tra le vie Cesare Battisti e Garibaldi, nel punto in cui in epoca precristiana sorgeva il tempio di Nettuno. Contrariamente, la Basilica di Santa Maria Assunta, che domina l’omonima piazza, è stata innalzata negli anni ’20 del secolo scorso a partire dai resti della precedente struttura. La chiesa è uno dei simboli di Messina e custodisce il prezioso Tesoro del Duomo, una raccolta di oggetti di culto, tra cui la “Manta d’oro”. Ancora più iconica è però la torre campanaria che si innalza al suo fianco, famosa per il suo maestoso orologio astronomico, l’unico in Italia.
Messo in funzione nel 1933, l’orologio offre quotidianamente uno spettacolo indimenticabile ed è, in genere, l’attrazione che più entusiasma i turisti: a mezzogiorno ha avvio una vera e propria coreografia di statuine che, azionate da complessi meccanismi che si possono ammirare facendo una visita all’interno del campanile, rappresentano scene bibliche, mitologiche e storiche.
Altro sito d’interesse che stupisce sempre i visitatori per il punto panoramico su cui si erge è la Chiesa Sacrario di Cristo Re, che regala una galvanizzante vista sullo stretto ed è affiancata da una torre di forma ottagonale, che un tempo era una prigione e che oggi ospita la terza campana più grande d’Italia, ottenuta dalla fusione del bronzo dei cannoni sottratti durante la prima Guerra Mondiale agli eserciti nemici.
Messina è anche una città dalle vie suggestive, tra cui spicca Viale San Martino, pieno di negozi e palazzi storici, ma il fulcro attorno al quale si sviluppa la movida è la Galleria Vittorio Emanuele, che si affaccia su Piazza Antonello.
Con vicini così rinomati come Taormina e le isole Eolie sembra estremamente difficoltoso per qualunque città competere in ambito di bellezze balneari, eppure sarete sorpresi di scoprire che anche Messina custodisce i suoi tesori, ancora più preziosi in virtù della loro posizione all’ombra della località più gettonate.
Amatissima dai messinesi è Torre Faro, il luogo in cui si registra la minima distanza tra le coste siciliane e quelle calabre. Punto di incontro fra le acque dello Stretto e la zona abitata è la spiaggia di Capo Peloro, parte di una riserva naturale che ospita oltre 400 specie acquatiche: da qui si possono ammirare i cosiddetti refoli, vortici d’acqua che sono alla base della famosa leggenda di Cariddi, una ninfa che venne trasformata da Zeus in un mostro marino per aver rubato alcuni buoi a Eracle. Secondo il mito, quando si originano i burrascosi spostamenti d’acqua, Cariddi ha fame e, servendosi della forza delle onde, ingurgiterà tutto ciò che si trova sullo Stretto.
Non molto distante da Torre Faro si trova la frazione di Ganzirri, all’interno della quale si estendono due laghetti di origine salmastra, parte di una Riserva Naturale Orientata.
Tra i comuni di Castiglione di Sicilia e di Motta Camastra, all’interno del Parco Fluviale dell’Alcantara, signoreggia uno dei più streganti siti naturalistici d’Italia, quello delle Gole dell’Alcantara, un’area di oltre 1900 ettari nella quale rocce e vegetazione si incastrano alla perfezione e si specchiano in limpide acque da ascoltare in silenzio durante una passeggiata. I percorsi tra cui scegliere sono numerosi: si può optare per una visita alle piccole Gole, ci si può mettere sulle tracce del Castello di Calatabiano oppure si può arrivare fino alle Gole di Larderia e alla Montagna Grande.
Chi si mangia?
Le ricette della cucina messinese sono tra le più antiche della Sicilia e sono quelle che meno hanno risentito dell’influsso arabo. I sapori, gli ingredienti e gli aromi si ispirano alla tradizione greca ed è questa la ragione per cui nell’area i dolci sono meno zuccherati rispetto a quanto avviene nel resto dell’isola.
Le specialità da assaggiare a Messina sono numerosissime (gli studiosi ne hanno indicate circa settanta): si passa dalla popolare caponata alle saporite sarde alla beccafico e alla parmigiana, per arrivare infine ai balò di ricotta, ai piparelli e soprattutto alla tanto richiesta pignolata, un dolce che rientra anche nella tradizione calabra, ma che qui oltre che al tipico gusto al cioccolato esiste anche in una delicata versione al bergamotto.
Ricca è, inoltre, la varietà di salumi e formaggi, che provengono dai Monti Nebrodi e che offrono prodotti pregiati come la provola dei Nebrodi, il salame Sant’Angelo di Brolo e il salame San Marco.
Unni imu?
In Viaggio con Bianca non sarà responsabile della corretta fornitura di qualsiasi servizio di viaggio.
In caso di problemi, contattare il fornitore di servizi appropriato.