La Muffuletta, il pane tradizionale dell’Immacolata
di Titti Metrico Foto di Toni Picone
La Sicilia nasconde delle realtà incontaminate, fragili, semplici e spesso minacciate, che sopravvivono grazie al forte legame con le tradizioni della propria terra che caratterizzano gli abitanti dell’isola.
Una di queste tradizioni è la “Muffuletta”, un pane che non è solo un prodotto alimentare ma che spesso è intimamente legato a festività e ricorrenze religiose o anche laiche.
Il termine deriva probabilmente dall’antico sassone “muffen” o dal più recente termine francese “mouflet” e indica una particolare focaccina di sèmola di grano duro.
Pare che sia giunta in Sicilia al seguito dei soldati dell’imperatore Federico II e che successivamente sia stata aromatizzata con semi di finocchio selvatico che allora come oggi cresceva spontaneamente nei prati.
Dopo l’Unità d’Italia, fino ai primi del Novecento, in seguito alla forte emigrazione dei siciliani in America, la Muffuletta sbarcò anche nel nuovo continente, specie nella città di New Orleans. Il forte sentimento identitario di quei nostri connazionali, che cercavano fortuna altrove, forse dovuto anche alla discriminazione che erano soggetti a subire, contribuì a mantenere viva questa tradizione. E così nella zona del quartiere francese di New Orleans chiamata “Little Palermo”, dove furono aperte molte attività commerciali, fiorirono diversi panifici siciliani che vendevano la tradizionale pagnotta al grido di «Muffuletto, caldo, caldo». Non tardarono ad arrivare anche le rivisitazioni e le innovazioni e così apprendiamo che il primo a sfornare “The Muffuletta sandwich” fu un certo Salvatore Lupo, nel suo Central Grocery Store. Molti lavoratori vi si fermavano per pranzo e consumavano in piedi il gustoso sandwich farcito con salumi affettati, olive e formaggio. Un’anticipazione dei moderni fast-food. Oggi il “Muffuletta sandwich” è diventato uno dei piatti rappresentativi di New Orleans e della Louisiana.
In tutta la Sicilia esistono molteplici varianti della Muffuletta ed essa viene consumata in diversi momenti dell’anno. Il nome cambia secondo la zona e quindi avremo, ad esempio, A muffuletta nel palermitano, U muffulittu nel nisseno o Muffuliettu nel narese, in provincia di Agrigento.
Anche nella nostra provincia la Muffuletta è spesso la protagonista principale di sagre e antichi riti popolari e festività locali. A Caltagirone, la Muffuletta è legata alla festa dell’Immacolata. Durante questa festività, i devoti usavano praticare il digiuno in onore della Vergine e divenne tradizione che i panificatori preparassero questo pane affidandolo a bambini e ragazzi affinché lo distribuissero, e continuano a distribuirlo, nelle prime ore della mattina e della sera del 6, 7 e 8 Dicembre al grido di Muffulette cauri cauri (panini caldi caldi). Oggi pochi praticano ancora il digiuno della vigilia, tuttavia questa tradizione della Muffuletta è ancora molto sentita e apprezzata dai cittadini ma anche dai turisti che non disdegnano di gustare un prodotto semplice e genuino che porta con sé ricordi di un lontano passato.
(Si ringrazia il Panificio Grazioso di Caltagirone per la loro disponibilità nel preparare appositamente per noi le Muffulette).
Ricetta Muffuletta
1 kg di farina di semola di grano duro rimacinata
1 cubetto di lievito di birra
10 gr di sale
una manciata di semi di finocchio
10 gr di olio extravergine di oliva
acqua (circa mezzo litro)
Create una conca con la farina, sciogliete per prima cosa il lievito con poca acqua tiepida e poco alla volta, inglobate la farina, con un movimento che andrà dall’esterno verso l’interno. Aggiungete i semi di finocchio. Considerate che la consistenza del panetto deve essere quasi come quella del pane, quindi, morbida ma che non si appiccica tra le mani. Una volta terminato l’impasto, create dei pezzi di pasta lunghi e tagliate dei pezzi irregolari di circa 10 cm (non importa essere precisi). Fate lievitare al calduccio per un’oretta e infornate in forno caldo a 200 gradi finché non avranno un colorito gradevole, come tradizione vuole. Condite ancora caldi con olio extravergine di oliva, sale, pepe, sarde precedentemente deliscate e
formaggio grattugiato o a fettine!
Articolo estratto da: Biancamagazine.it
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!