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Palazzolo Acreide: sulle tracce dei popoli antichi

di Alessia Giaquinta

Tracce di popoli lontani, specialmente quelli greci, sono ben visibili a Palazzolo Acreide, città del siracusano, inserita dall’UNESCO nella prestigiosa World Heritage List.

Vogliamo. dunque, accompagnarvi in un viaggio nel tempo e nei luoghi di questa città, conosciuta anche per l’architettura barocca delle sue chiese e palazzi e per le sue caratteristiche feste, animate dalla fede e ricche di folclore. Dal 2022, inoltre, la città fa parte del progetto del Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo insieme ad altre 103 città del centro Sicilia

Vi raccontiamo allora il fascino di una città senza tempo, la storia di una civiltà che qui ha prolificato incastonandosi nello splendido scenario dei monti Iblei, a Palazzolo Acreide.

Palazzolo Acreide foto di Simona La Spina

Foto di Simona La Spina

C’era una volta…

Akrai: questo è il nome che gli antichi greci diedero a questo territorio particolarmente strategico sia per la sua posizione geografica (è un altopiano situato tra i Monti Iblei, che permetteva agli antichi greci il controllo dell’entroterra) ma anche per l’abbondanza di acqua (posto tra le Valli del fiume Tellaro a sud e del fiume Anapo a nord) e per i suoi terreni coltivabili.

La città di Akrai, ubicata ad ovest rispetto alla moderna Palazzolo Acreide – secondo Tucicide – fu fondata 70 anni dopo la sua madrepatria, Siracusa.

«Acre e Casmene furono fondate dai Siracusani: Acre settant’anni dopo Siracusa, Casmene vent’anni circa dopo Acre. Anche la colonizzazione più antica di Camarina si deve attribuire ai Siracusani, circa centotrentacinque anni dopo che si fondò Siracusa; ne furono nominati ecisti Dascone e Menecolo.»

(Tucidide, La guerra del Peloponneso, Libro VI 5)

Andiamo, dunque, indietro nel tempo fino al 664 a.C., anno in cui i corinzi siracusani individuarono questo territorio per fondare la loro prima colonia. La città si sviluppò fino a raggiungere il massimo splendore sotto il regno di Gerone II (275 a.C.-215 a.C.).

Nel 211 la città passò all’egemonia romana che ne modificò l’assetto urbanistico, valorizzando le opere della precedente civiltà greca. In questo periodo la città assunse  il nome latino Acrae e divenne “Civitas stipendiaria”.

Fu con l’arrivo degli arabi nell’827 d.C. che Akrai fu assediata e, in buona parte distrutta. Il devastante terremoto del 1693, infine, costrinse la città ad una nuova ricostruzione a valle, dove importanti architetti come Labisi e Sinatra edificarono le splendide chiese in stile tardo-barocco che oggi caratterizzano la nuova città.

Palazzolo Acreide

…Tanto tempo fa

Certamente è passato moltissimo tempo da allora ma i resti delle opere lasciate dalle civiltà passate sono ancora ben visibili e visitabili!

Fu nel XIX secolo che il barone Gabriele Judica, cui è dedicato il Museo Archeologico di Palazzolo Acreide presso il Palazzo Cappellani, cominciò una vera e propria ricerca archeologica descrivendo le sue ricerche nel libro “Le antichità di Acre”, pubblicato con la data del 1819.

archeologia akrai

Una scoperta entusiasmante

Fu proprio una scoperta entusiasmante quella che oggi costituisce l‘Area Archeologica di Akrai, ubicata ad ovest rispetto alla moderna Palazzolo. Le continue campagne di scavi, a partire da quelle condotte dal noto Judica, hanno permesso di rinvenire l‘antico sito con il teatro, il bouleuterion, l’agorà, le rovine dell’Aphrodision, il Tesmophorion, e la necropoli, oltre a numerosi oggetti e vasellame dell’antichità.

Un fascino antico e attuale

Percorrere, ancora oggi, le strade dell’area archeologica, permette ai visitatori di proiettarsi nel passato glorioso della civiltà greco-romana che, in questo luogo, è ancora tangibile e vivificata dalle iniziative culturali che vi si organizzano.

Teatro greco palazzolo

IL TEATRO

L’edificio più importante dell’area archeologica è certamente il Teatro, di età ieroniana, datato intorno al III secolo a.C., periodo in cui Akrai ha vissuto uno straordinario splendore. A differenza del Teatro di Siracusa, quello di Akrai non è stato scavato nella roccia ma è stato adagiato su un pendio naturale. La cavea è composta da nove settori, divisi da otto scalinate. Il barone Judica ricostruì la cavea fino al dodicesimo gradino. Al centro si sviluppava l’orchestra, luogo dove durante le rappresentazioni teatrali si muoveva il coro. Il Teatro, di piccole dimensioni, poteva contenere circa 660 spettatori e nel complesso appare asimmetrico, perché inserito in un tessuto urbano già saturo.

Ancora oggi – visto l’ottimo stato di conservazione – è utilizzato per la realizzazione di diversi spettacoli, e rivive ogni anno con il Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani, organizzato dalla Fondazione Inda tra maggio e giugno.

 

IL BOULEUTERION

Questo era il luogo adibito per il consiglio della città, dove si riuniva l’assemblea del senato cittadino. E’ costituito da un vano quadrangolare con cavea costituita da sei ordini di gradini, distinti in tre cunei. Era preceduto da un portico sull’agorà. Si trova a ovest del teatro e fu utilizzato fino all’epoca romana.

Bouleterion palazzolo acreide

L’AGORA’

A occidente si stende l’antica agorà. Perno principale di tutte le città greche, l’agorà era la piazza monumentale all’interno della quale posizionare gli edifici istituzionali di maggiore pregio.

 

L’APHRODISION 

I resti del tempio di Afrodite a Palazzolo Acreide si trovano a ridosso del teatro, sul piano superiore alla latomia dell’Intagliata. Il tempio aveva un’estensione totale di m 18.30 x m 39.50, con sei colonne sul prospetto e tredici nei laterali. Era il santuario dedicato alla dea dell’amore e della bellezza, Afrodite, la divinità nata dalla spuma del marea il cui culto ebbe la sua massima diffusione proprio in Sicilia. Del tempio, oggi, è rimasto ben poco poiché le rovine furono, perlopiù, impiegate per la costruzione di edifici civili, dopo il terremoto del 1693.

IL TESMOPHORION

Rinvenuto grazie ad una campagna di scavi condotta negli anni 2005-2006 a cura della Soprintendenza di Siracusa, il Tesmophorion era un santuario vero e proprio, comprendente circa 25 ambienti, collegati al tempio di Afrodite, ad esso adiacente. Questo articolato edificio era dedicato al culto misterico di Demetra e Kore, particolarmente diffuso a Siracusa e nella Sicilia greca. Gli ambienti settentrionali e occidentali erano destinati al sacrificio degli animali e ai riti ad esso legati nonché all’accumulo dei depositi votivi. Gli ambienti meridionali erano invece destinati alla cottura delle carni degli animali sacrificati. Le Tesmoforie erano delle feste autunnali molto particolari che duravano diversi giorni e alle quali erano ammesse solamente le donne.

Ma non finisce qui

Certamente queste elencate sono soltanto alcune delle attrazioni archeologiche e culturali che richiamano migliaia di visitatori, ogni anno.

Palazzolo Acreide merita una visita anche per I Santoni,  un santuario rupestre tra i più importanti al mondo che veniva utilizzato per il culto della Magna Mater, cioè la dea Cibele. Attualmente, purtroppo il sito non è visitabile.

Inoltre le spettacolari latomie,  le necropoli con le tombe greche, romane e bizantine e le maestose chiese barocche della città sono un richiamo forte per i turisti di tutto il mondo.

Palazzolo Latomie

«Di ritorno a Palazzolo, visitando le chiese, ho visto in quella di San Sebastiano un quadro di Santa Margherita. È di Vito d’Anna, pittore di Palermo, ed è una bella opera di questo abile maestro. La composizione e semplice vera, di estrema finezza nei colori e di grande stile. Sull’altare maggiore della chiesa dei Cappuccini, presso i quali alloggiavano, c’è un quadro di grande valore che rappresenta San Francesco mentre riceve le stimmate della Mano da Dio. A una bella espressione credo sia stato dipinto dal Monrealese

Jean Houël  (1777)

A Palazzolo, inoltre, si tramanda un “mestiere” del tutto particolare, a cavallo tra religione, magia e sapienza. Se vuoi approfondire, clicca qui.

Macchinina

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