Re, reliquie, prigioni e fantasmi. La storia della fortezza che diede il nome ad Aci Castello
di Alessia Giaquinta
Ogni castello ha un certo fascino, è innegabile.
Quella che ti racconto oggi è la storia di una delle fortezze più emblematiche della Sicilia. Parlo del Castello di Aci, nella città etnea che da esso trae il nome: Aci Castello, appunto.
UNA VISITA ASSOLUTAMENTE DA FARE
Il primo stupore lo si avverte quando si è innanzi a questo edificio, antico oltre 1000 anni, che si erge maestoso su una roccia basaltica davvero spettacolare. La vista da lassù è incredibilmente ampia: ad un passo dal cielo, circondati dal mare, legati alla terra.
Insomma: ti consiglio di visitarlo, almeno una volta nella vita.
Perché certo, è ancora visitabile, nonostante nel tempo sia cambiata la sua funzione e anche la sua forma. Ma non il suo fascino.
E ti racconto il perché.
LA STORIA
Il castello fu costruito tra il 1071 e il 1081 dopo la conquista normanna di Roberto Guiscardo e Ruggero d’Altavilla. In questa rocca, però, esisteva già una antica costruzione, probabilmente abbattuta durante il periodo arabo, sulle quali fondamenta ebbe vita il nuovo castello.
Furono i vescovi di Catania a gestire la fortezza per lungo tempo. Basti pensare che fu proprio qui che giunsero, per la prima volta, da Costantinopoli, le reliquie di Sant’Agata. Un affresco, purtroppo non in ottime condizioni, ne ritrae la scena.
Qui si consumò anche una lunga lotta tra aragonesi, capeggiati dal re di Sicilia Federico III d’Aragona e gli angioini di Napoli. Il castello passò a Ruggero di Lauria, poi a Blasco d’Alagona ed in seguito al figlio Artale che riuscì a sconfiggere gli angioini definitivamente in una battaglia navale, appropriandosi definitivamente del castello.
Il nuovo re di Sicilia, Martino il giovane, nel 1396, rivendicò il possesso del castello e ne fece sua dimora con la forza. Approfittando dell’assenza di Artale, diede alle fiamme la fortezza per impadronirsene. E riuscì nell’intento. Fu qui che il re visse insieme alla sua regina, Bianca di Navarra, fino alla morte.
Nel tempo il castello passò nelle mani di regnanti e anche di diversi privati.
Divenne torre di avvistamento, terribile prigione (i prigionieri preferivano partire nelle battaglie invece di marcire nelle tetre celle del castello) e, nei primi del novecento, deposito di masserizie.
LE LEGGENDE DEL CASTELLO
Il terremoto del 1693 creò numerosi danni al castello che furono riparati dagli eredi del duca Massa.
Proprio in questo periodo, al castello, si fa risalire una curiosa leggenda. Si narra che un cacciatore, una mattina, colpì per errore una gazza di proprietà del governatore del castello. L’uomo fu immediatamente imprigionato e visse di stenti nelle celle del castello per 13 lunghi anni, fin quando accadde dell’incredibile!
Venuto a conoscenza della visita del duca Massa, proprietario del castello, il cacciatore decise di comporre un solenne canto in suo onore che intonò durante il suo arrivo. Il duca, meravigliato ed entusiasta per l’accoglienza ricevuta, volle conoscere il pover’uomo che, grazie alla propria arte e scaltrezza, riuscì ad essere liberato!
Ma nel castello vi sono altre leggende. Qualche custode, nei tempi recenti, ha visto aggirarsi tra le stanze del castello dei fantasmi di antichi guerrieri. Qualche altro ha udito più volte, nel silenzio della notte, grida e rumore di catene provenire dalle celle.
INFORMAZIONI PER VISITARE IL CASTELLO
E se tutto quello che ti ho raccontato non ti è bastato per lasciarti incuriosire, non posso che invitarti a visitare il noto castello, aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.
All’interno, pagando un piccolo ticket d’ingresso, si può accedere al museo civico con sezione dedicata alla mineralogia, paleontologia, archeologia e archeologia subacquea; e godere delle piante grasse di notevole valore dell’orto botanico.
Che aspetti?
Torna a scoprire la città di Aci Castello.
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