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Sulle orme delle donne siciliane: un tour di coraggio tutto al femminile

di Alessia Giaquinta

Un proverbio della tradizione siciliana dice:

“Na fimmina, na pàpira e un tammùru fanu succèdiri a rivoluzione”

(Traduzione: una donna, un’oca e un tamburo sono in grado di far scoppiare una rivoluzione).

L’origine del tipico modo di dire è riconducibile al fatto che le più grandi rivolte popolari siciliane hanno avuto per protagoniste le donne. Si pensi alla Guerra del Vespro, nel 1282, la cui scintilla partì dall’urlo di una donna palermitana, molestata da un soldato francese con l’intenzione di perquisirla; e ancora alle eroine messinesi Dina e Clarenza che nel 1283 difesero la loro città dall’assedio dalle truppe di Carlo I d’Angiò.

Pensiamo anche a Peppa “la cannonera” che, nel 1860, a Catania conquista un cannone e lo fa piazzare nell’atrio di un palazzo, divenendo così emblema della partecipazione popolare all’insurrezione contro i Borboni.

Ma anche alla ragusana Maria Occhipinti che, il 4 gennaio 1945, al quinto mese di gravidanza, si sdraiò sulle rotaie di un autocarro militare opponendosi alla nuova leva di giovani siciliani chiamati a partecipare alla guerra.

È affascinante entrare nella vita, indagare la storie, ripercorrere le orme di alcune delle donne più emblematiche della storiografia siciliana. Lo faremo insieme in questo articolo in cui vi propongo, dunque, oltre ad una breve biografia di tre grandi donne siciliane, anche un riferimento ai luoghi dove è possibile scoprirle e ritrovarle.

Pronti? Via.

 

PALERMO

 

La nostra prima  tappa è Palermola città capoluogo di Sicilia che pullula di figure femminili di rilievo: dall’affascinante donna Franca Florio, icona di fascino nell’Europa della Belle Époque, musa ispiratrice di D’Annunzio e “Stella d’Italia” per l’imperatore Guglielmo II; alla Santuzza Rosalia, coraggiosa, anticonformista e santa; a tutte coloro che hanno combattuto in prima linea contro la mafia (sono veramente tantissime).

IL CORAGGIOSO PARTO IN PUBBLICO DELLA REGINA DI PALERMO

Vi portiamo con noi sulle tracce di Costanza D’Altavilla (1154-1198) figlia di Ruggero II sovrano di Sicilia, moglie di Enrico VI di Svezia e madre dell’imperatore del Sacro Romano Impero Federico II Barbarossa, “Stupor Mundi”. Costanza, divenne regina e governatrice del Regno di Sicilia mettendo in campo le sue qualità: era una donna mite, intelligente, coraggiosa e fortemente innamorata del suo Regno.

Un episodio che ne sottolinea il particolare carattere di questa donna è quello della nascita del suo primogenito: Federico II.

Ella, infatti, sposatasi in tarda età, rimase incinta quando era prossima ai quarant’anni. Le malelingue del tempo e coloro che ambivano al potere, sicuri della mancata discendenza, misero in dubbio il reale stato della donna che, per dimostrarne la veridicità, colta dalle doglie durante il suo viaggio di ritorno in Sicilia, partorì in piazza a Jesi, nelle Marche, sotto gli occhi di tutti.

Le tracce di Costanza D’Altavilla a Palermo

Dal Palazzo Normanni alla Cappella Palatina (fatti edificare dal padre di Costanza, Ruggero II e dove la regina visse) alla Cattedrale (dove possiamo ammirare il suo elegantissimo sarcofago) al Museo del Tesoro della Cattedrale dove è conservata la preziosissima corona appartenuta, con molta probabilità, a Costanza D’Altavilla.

 

CATANIA

 

Ci spostiamo a Catania, dove troviamo la forza di Agata, la giovane santa che si rifiutò senza paura pur di difendere i suoi ideali e la sua fede; dove nacque anche Carmelina Naselli, la prima donna docente universitaria in Italia (insegnò nel 1940) oppure Dora Musumeci, prima donna jazzista italiana negli anni ’50.

VIRDIMURA: LA PRIMA “DUTTURISSA” AL MONDO È CATANESE

Proprio così. La prima donna al mondo ad esercitare la professione medica fu Virdimura, una catanese di religione ebraica che, nel 1300 seguì la professione del marito per mettersi al servizio dei poveri e dei bisognosi della città etnea.

La testimonianza storica, che permette di qualificarla prima donna medico al mondo, è l’autorizzazione di “curare et praticare in scientia et arte medicina et fisice” oggi conservata presso l’Archivio di Stato di Palermo, datata al 1376. Da allora Virdimura fu proclamata “dutturissa”.

Verdimura dell’artista Ljubiza Mezzatesta

 

Sulle tracce di Virdimura a Catania

Se ci trasponiamo nella Catania medievale, possiamo ritrovare Virdimura nel quartiere della Giudecca, oggi corrispondente alla via Vittorio Emanuele, Quartiere San Cristoforo e via Plebiscito. Proprio in via Plebiscito si trovava la sinagoga, di cui oggi sono visibili pochi resti. È proprio lì che si può immaginare Virdimura destreggiarsi tra i malati della città.

Nei pressi della caserma dei vigili del fuoco di San Giovanni Galermo, qualche anno fa, è stata dedicata una via a Virdimura. Ogni anno si organizzano dei concorsi e premi in suo onore per sottolinearne e diffonderne la memoria.

Presso il Palazzo della Cultura di Catania è stata inaugurata una Sala delle donne dove, tra i tanti ritratti, possiamo trovare quello di Virdimura così immaginata dall’artista Ljubiza Mezzatesta.

 

MESSINA

 

 

Concludiamo il nostro tour in territorio messinese. Anche in questo lembo di terra sono numerose le donne che meritano una menzione: dalle eroine Dina e Clarenza (che possiamo ritrovare nel campanile del duomo di Messina) alla “artigliera del popolo” Rosa Donato, alla prima poetessa volgare siciliana: Nina da Messina, vissuta nel XIII secolo.

Ci soffermiamo, in particolare a Caronia, piccolo centro messinese dove una donna scrive un’importante pagina dell’autonomia femminile.

FRANCESCA MIRABILE MANCUSIO: LA PRIMA DONNA ITALIANA AD AVER CONSEGUITO LA PATENTE

È stata proprio la messinese Francesca Mirabile Mancusio (1893-1974), originaria di Caronia, in provincia di Messina ad avere il primato storico di donna al volante. Fu infatti la prima donna in Italia ad aver conseguito la patente di guida (e non la sola licenza) nel 1913.

Patente di guida di Francesca Mirabile Mancusio

 

Sulle tracce di Francesca Mirabile Mancusio

A Caronia si trova la dimora storica della donna, divenuta punto di riferimento per gli appassionati di auto storiche. Si può ammirare una splendida Lancia Appia, usata da Francesca Mirabile Mancusio per raggiungere Capo Nord. Qui si trovano anche numerosi cimeli della donna.

L’Isotta Franceschini, appartenuta alla nobildonna, si trova invece al Museo dell’Automobile di Torino.

Nel 2013 a Francesca Mirabile Manusio è stato intitolato il lungomare di Marina di Caronia.

 

IERI, OGGI E SEMPRE

Sono veramente tantissime le donne che si sono distinte nella storia siciliana. Pensiamo ancora a Francisca Massara (prima donna in Europa ad indossare i pantaloni, nel 1698) a Maria Paternò (prima donna ad ottenere il divorzio, nel 1808) o Franca Viola (simbolo dell’emancipazione femminile degli anni ’60, ribellandosi alla legge d’onore). Sono davvero tantissime le donne che, ogni giorno, hanno scritto e scrivono una storia, fatta di amore, coraggio e incredibile forza.

Ogni città ha almeno una donna da ricordare, ammirare, ringraziare.

Ogni uomo ha almeno una donna a cui riconoscere la propria vita: la propria madre.

Ogni donna ha almeno un’altra donna che le serve a rendersi conto della meravigliosa natura che le è propria.

Una natura incredibilmente forte e amorevole, che emergere con intelligenza.

Ieri, oggi e sempre.

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